Nascita ed evoluzione del nostro alfabeto – Mercoledì 5 Aprile 2017 ore 18 Casa delle Associazioni e del Volontariato Municipio 5 Via Saponaro 20

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NOTE SULLA NASCITA E SULL’EVOLUZIONE DELL’ALFABETO LATINO

 

Una delle conquiste più importanti dell’umanità è stata senza dubbio quella della scrittura seguita, dopo millenni,  dall’invenzione dei segni fonetici dell’ alfabeto latino, oggi in uso in tutte le lingue occidentali.

Ma la gente ignora quanto lungo e complesso sia stato questo percorso. A scuola non si spiega come sia nata la scrittura, ma la si presenta come un dato di fatto, come qualcosa che è cosi e basta. In questo modo però si perde l’occasione di descrivere una storia affascinante che avrebbe la capacità di incantare i bambini in età scolare.

La scrittura non è stata né la prima né l’unica invenzione dell’uomo mediante segni tracciati o incisi. Già tra il 25.000 ed il 15.000 a.C. si sviluppò la grande arte parietale dei disegni e delle pitture scoperte in numerose grotte in Europa e nel mondo. Intorno a 12.000 anni fa si possono collocare le ossa ed i ciottoli  ritrovati dipinti ed incisi, mentre  dall’8000 a.C. all’età del ferro sono le incisioni rupestri scoperte in Valle Camonica ed in altri luoghi europei. Non possiamo sapere se si tratta di arte fine a se stessa, di messaggi o di segni rituali e magici, poiché si tratta di linguaggi di cui ignoriamo il codice. I primi tentativi di scrittura furono disegni che divennero poi segni convenzionali senza alcun rapporto, inizialmente, con i suoni che emettiamo.

Dal 4000 al 3200 a.C. in Mesopotamia, nell’antico Egitto e presso i Sumeri si sviluppa un modo di comunicare con disegni detti Geroglifici presso gli Egizi e segni convenzionali detti Cuneiformi presso i Sumeri.

Nasce cosi la scrittura chiamata Pittografica che sostanzialmente riproduce in seguenza oggetti conosciuti o esseri viventi.

Dopo molti secoli, seguendo l’evoluzione umana, anche questa scrittura fu superata dalla necessità di trasmettere con segni, entità astratte come la luce, il giorno, il tempo ed i sentimenti umani nasce cosi una scrittura con segni codificati più complessi detta Ideografica.

Gli ideogrammi a loro volta comportavano la necessità di conoscere migliaia di segni per cui questa scrittura con l’avanzare della civiltà umana non era più in grado di trasmettere idee molto complesse come le leggi, le usanze o le forme narrative che gli uomini cominciavano a sviluppare.

Il salto decisivo che portò alla scrittura vera e propria consistette nel fare in modo che tutti i segni conosciuti non rinviassero più soltanto ad oggetti o esseri viventi ma anche al suono delle parole delle lingue allora parlate in particolar modo quelle semitiche.

I popoli sumerici e poi gli antichi egizi ebbero l’idea di servirsi dei pittogrammi che designavano non gli oggetti direttamente rappresentati, ma altri oggetti dal nome foneticamente simile  un po’ come nei nostri rebus. L’adattamento del simbolo al suono fu molto graduale e andò di pari passo con la semplificazione dei segni che rappresentarono prima le sillabe ed infine i fonemi ovvero le singole lettere componenti la scrittura fonetica. Questa scrittura non fu improvvisa già nel XIV secolo a.C. nell’antica città di Ugarit in medio oriente si utilizzava un sistema di soli 30 segni ogni segno aveva un valore fonetico. All’inizio dell’anno 1000 a.C. i Fenici, partendo da queste basi, svilupparono un loro alfabeto di 22 segni consonantici scritti da destra a sinistra.

Grazie ai navigatori fenici il loro alfabeto si diffuse rapidamente in tutti i popoli mediterranei. Nel 900 a.C. fu adottato dai Greci che, per primi, annotarono anche le vocali. Dai Greci la scrittura fonetica passò agli Etruschi e da loro ai Latini.

La scrittura ebbe un grande impulso presso l’antica Roma, l’alfabeto si sviluppò nelle forme maiuscole e minuscole nei corsivi antichi  del I secolo a.C. ai corsivi tardo romani in uso sino al VII secolo d.C. e nelle meravigliose e perfette capitali lapidarie imperiali ancora visibili incise sui monumenti della Roma odierna. L’alfabeto latino continuò ad evolversi in diversi stili nel Medio Evo, nel Rinascimento e nell’800 industriale. Oggi i ragazzi usano le lettere un po’ fredde e senza grazie incise sui tasti dei computer chiamate con una brutta parola ”stampatello” no, esse sono derivate dalle capitali maiuscole dell’antica Roma. Per quanto riguarda le lettere corsive latine la loro costruzione non viene più insegnata nelle scuole italiane a scapito del senso critico che ogni bambino ha innato dentro sé, oltre che  la perdita di una guida per una manualità ordinata

appresa in giovane età e valida anche per il futuro. A volte un po’ enfaticamente ci si potrebbe domandare come mai lo scriba, ridotto in schiavitù, nell’antica Roma sovente, se bravo, veniva liberato.

Oggi parafrasando i convincimenti filosofici sulla scrittura intercorsi tra Platone e Francesco Petrarca nei 1700 anni che dividono le loro vite, possiamo ben dire che un testo scritto a mano comunica emozioni, ha personalità, dipende dal nostro stato d’animo e da quello che vogliamo dire. Per cui una lettera derivata da una macchina scrivente non potrà mai sostituire la scrittura stessa.